Günther Bachmann è un omone, è tedesco, è una spia dell’anti-terrorismo ed è bravo da far venire i brividi. Riflessivo, attento, risoluto, un po’ sballato, con un fiuto da segugio, Bachmann svolge il suo mestiere egregiamente in purgatorio: è di stanza ad Amburgo dove, da tempo, osserva un accademico, mussulmano, illuminato e importante. Il nostro protagonista è, infatti, convinto che qualcosa non quadri ed è determinato a smascherare le “donazioni” che il Professore sovente fa a favore di una compagnia cipriota.
L’investigazione si complica il giorno in cui in città arriva un misterioso giovane, privo di documenti, che reclama una pesante eredità. La trama s’infittisce e una lunga partita a scacchi tra Berlino e Amburgo prende il via coinvolgendo i vari intelligence che hanno a cuore la lotta al terrore. “La Spia – A most wanted man”, trasposizione su grande schermo del romanzo scritto da John le Carré, ha un incedere inesorabile, la storia è mozzafiato, e la suspense regna sovrana.