Dopo Il Cittadino Illustre (Oscar Martinez miglior attore a Venezia 2016) arriva la nuova travolgente commedia di Gaston Duprat.
SINOSSI
Arturo è un gallerista di Buenos Aires, un uomo affascinante, intelligente ma anche, a volte,senza scrupoli. Renzo è l’artista più importante che rappresenta anche se vive ormai una fase di declino. Quando il pittore perde la memoria a causa di un incidente, Arturo decide di sfruttare la situazione pertornare sulla cresta dell’onda.
Dopo il grande successo de Il cittadino illustre, il regista argentino Gaston Duprat torna al cinema con Il mio capolavoro. Un film che regala un punto di vista sprezzante e ironico sull’amicizia di lunga data e sul mondo dell’arte contemporanea. Da non perdere per chi cerca una commedia frizzante e allo stesso tempo intelligente.
Protagonisti di questo bellissimo film due mostri sacri del cinema argentino che recitano per la prima volta insieme in un film.
”Reduce dal successo de “Il cittadino illustre” (2016), l’argentino Gastón Duprat torna al cinema con “Il mio capolavoro”, un gran bel film, caustico, attuale e pieno di battute fulminanti, già presentato Fuori Concorso alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia. ‘
Arturo (Guillermo Francela), titolare di una galleria d’arte nel centro di Buenos Aires, tenta di aiutare il suo amico di sempre, Renzo (Luis Brandoni), un pittore ultrasettantenne, asociale ed egocentrico che, dopo il successo riscontrato negli Anni 80, è ormai in evidente declino. Gli sforzi per non farlo finire in povertà vanno sprecati fino a quando, nel momento per Renzo più difficile, Arturo escogiterà un piano in grado di fare la differenza.
Il mio capolavoro è un’opera intelligente, piena di umorismo, ma che non disdegna toni malinconici e momenti drammatici. La grottesca vicenda, raccontata in un crescendo di tensione e con deliziosi colpi di scena, ha due protagonisti agli antipodi ma che interagiscono in maniera perfetta, grazie all’alchimia tra gli interpreti e alla solida caratterizzazione dei ruoli.
Il più irresistibile, tra il gallerista e l’artista, è il secondo: una vera mina vagante, un uomo impulsivo e scontroso ma capace di elargire perle di razionale autocritica a dir poco esilaranti.
La strana coppia, oltre a regalare risate sincere, permette un ragionamento sulla vera amicizia, quella in grado di superare difficoltà e interessi economici. L’ambientazione nel mondo dell’arte, poi, è occasione per deridere i meccanismi che ne regolano il commercio, così come per ironizzare sulla superficialità con cui appassionati e critici legittimano l’autenticità di un’opera.
Tra dialoghi graffianti e drammi affrontati con sberleffo, “Il mio capolavoro” pone l’accento su termini come valore e autenticità fingendo di riferirli al business del manufatto artistico, ma puntando in realtà a scoprirne il significato in ambito esistenziale.” (Serana Nannelli, ‘Il Giornale’)
”Continuando la linea grottesca del “Cittadino illustre”, l’argentino Gaston Dupray racconta il malaffare che si cela dietro il mercato d’arte. Storia di un’amicizia tra un gallerista e un pittore narcisista e misantropo che sfocia quasi in un thriller con un giovanotto che fa da ingenuo comprimario. Due bravi attori, brio e sorprese.‘‘ (Maurizio Porro, ‘Corriere della sera’)