CRITICA
“Questa storia richiama tutti alla riflessione sui principi di sviluppo e progresso. Il film di Francesco Ghiaccio parla di questo, documentato ma non didascalico, trovando la chiave poetica per farlo. (…) Le scelte di stile, che ci sono e hanno una marcata identità, possono sorprendere per il loro antinaturalismo di convenzione più teatrale che cinematografica. Ma l’effetto è potente, emozionante e commovente. Un plauso speciale al giovane Marco D’Amore la cui notorietà è soprattutto legata a ruoli di ‘cattivo’ assai diversi da questo (‘Gomorra’ la serie) che esaltano la sua versatilità di interprete destinato a fare strada.” (Paolo D’Agostini, ‘La Repubblica’, 30 novembre 2015)
“(…) un documento, non documentario, gonfio di vergogna, mescolato alla gente «vera» con intelligente uso metaforico del teatro come cura omeopatica di rivalse private e civili, da quando gli attori di ‘Amleto’ fecero cadere la coscienza del re. Dramma ancora in fieri, dove la parola posto, celebre dal 60 di Olmi, diventa maledizione: l’ottimo, appassionato, commovente risultato è merito anche di quel bravissimo villain di Marco D’Amore, che viene dai miasmi di «Gomorra».” (Maurizio Porro, ‘Corriere della Sera’, 3 dicembre 2015)
“(…) nel film, che qualche decennio fa avrebbe potuto avere la firma di registi come Rosi, Petri o Damiani, si avverte il pathos del grande cinema civile.” (Fulvia Caprara, ‘La Stampa’, 3 dicembre 2015)
IL TRAILER DEL FILM: