Sabato 22 febbraio alle 21.30 avremo il privilegio di poter proporre in anteprima provinciale “Alla mia piccola Sama” (distribuito da Wanted Cinema-Simona Malagoli) nomination ai Premi Oscar 2020 e vincitore di innumerevoli premi nei più importanti festival internazionali. “Mia figlia è cresciuta durante l’assedio di Aleppo, dovevo fare questo film per lei” (Waad Al-Kateab)

Sabato 22 febbraio alle 21.30 avremo il privilegio di poter proporre in anteprima provinciale “Alla mia piccola Sama” (distribuito da Wanted Cinema) nomination ai Premi Oscar 2020 e vincitore di innumerevoli premi nei più importanti festival internazionali.

“Mia figlia è cresciuta durante l’assedio di Aleppo, dovevo fare questo film per lei” (Waad Al-Kateab)
“Un viaggio intimo nell’esperienza femminile della guerra, una lettera d’amore di una giovane madre a sua figlia. Il film racconta la storia di Waad al-Kateab attraverso gli anni della rivolta di Aleppo, in Siria, quando si innamora, si sposa e dà alla luce Sama, il tutto mentre intorno esplode il conflitto. La sua camera raccoglie storie incredibili di perdita, risate e sopravvivenza.

IL TRAILER DEL FILM

● FOR SAMA
ALLA MIA PICCOLA SAMA ●
un film di Waad Al-Kateab e Edward Watts
con Waad Al-Kateab, Hamza Al-Khateab, Sama Al-Khateab
fotografia: Waad Al-Kateab ● montaggio: Chloe Lambourne, Simon McMahon ● musiche: Nainita Desai
produzione: Channel 4 News, Channel 4, Frontline
distribuzione: Wanted Cinema

 

➽ Festival de Cannes, 2019: Miglior Documentario ● EFA Miglior documentario ● Oscar, 2020: nomination per il Miglior Documentario ● BAFTA: Miglior Documentario

➽ Waad è una studentessa universitaria quando, nel 2011, sull’onda delle primavere arabe, la gioventù di Aleppo insorge contro la dittatura di Bashar al-Assas e ne domanda a gran voce la fine. La repressione del regime però è spietata e dà luogo alla più sanguinosa guerra civile del nostro presente. Molti fuggono, ma Waad resta, a fianco dell’amico Hamza, che diventa in quegli anni suo marito e anche l’ultimo medico rimasto, nella zona ribelle, per curare centinaia di feriti al giorno, nei mesi atroci dell’assedio della città, nel 2016.

➽ Si è del tutto sprovvisti di aggettivi nel vedere questa straziante testimonianza dell’assedio di Aleppo, Siria, 2016, dovuto ai bombardamenti del dittatore e dei russi. Dire bellissimo non ha senso, ma bisogna vederlo, è necessario. È la lettera scritta alla figlia neonata dalla madre Waad Al-Kateab, autrice con l’inglese Edward Watts, in cui spiega perché resistere sotto bombe e missili nella città martoriata fino all’ultimo con il marito medico che salva vite in ospedale, finché ce ne fu uno.
Candidato all’Oscar documentario, Alla mia piccola Sama sfugge ai giudizi, storico diario di tempi moderni e infernali, che ha già commosso i festival ed è frutto composto di un vero, collettivo dolore che nessun tiggì potrà mai restituire con questa atroce verità. Maurizio Porro, Corriere della Sera
➽ Il cinema documentario è grande protagonista in sala con «Alla mia piccola Sama», film nominato agli Oscar e vincitore del Bafta.
Si tratta di un’opera intima e potente al tempo stesso, in cui la regista Waad al-Kateab (che ha firmato il lavoro insieme a Edward Watts) ha scelto di raccontare la rivolta di Aleppo, in Siria nel 2011, e la conseguente repressione del regime che ha causato la sanguinosa guerra civile che tutti conosciamo.
Non si tratta però di un semplice documentario che testimonia il conflitto, ma di una video-lettera che la regista ha ideato per sua figlia, Sama, nata durante la guerra, per farle capire i motivi per cui lei e suo marito hanno deciso di rimanere ad Aleppo e di non fuggire.
Unendo la storia personale al dramma collettivo di un popolo, «Alla mia piccola Sama» è una delle visioni imperdibili di queste settimane al cinema, un film capace di emozionare e far riflettere, che propone anche una serie di immagini di estrema brutalità.

La si potrebbe definire un’autobiografia familiare, filmata da una piccola videocamera, in cui lo sguardo di chi filma coincide con quello degli spettatori scaraventati all’interno del conflitto.
Il risultato è un lavoro di documentazione preziosa, nonché una vera e propria esperienza cinematografica da non perdere, priva di fronzoli, con tanti passaggi difficili da digerire, ma toccante e convincente dall’inizio alla fine. Andrea Chimento, Il Sole 24 Ore

➽ Alla mia piccola Sama è a suo modo un caso unico, probabilmente il film più potente che ci sia arrivato, sicuramente il più emblematico, per una pluralità di ragioni, sulle quali primeggia la posizione della videocamera di Waad al Kateab: al centro di un bersaglio annunciato. Ma c’è di più, perché il film non si configura solo come un potenziale testamento privato e collettivo in fieri, ma anche come il racconto urgente e umanissimo di una crescita personale, accelerata dagli eventi, che trasforma una ragazza in una donna e madre, e una giovane filmaker in una giornalista coraggiosa e rispettata, una voce dalla primissima linea, tutto senza pregiudicare l’intimità del suo obiettivo, inteso nel duplice significato di mezzo e fine. Al centro di ciò, e dell’immagine e del sentire dello spettatore, c’è la piccolissima Sama, cuore pulsante della rivoluzione, termometro di sopravvivenza, miracolo incastonato nell’orrore della tragedia nella tragedia: il genocidio dei bambini siriani. Della loro sofferenza, ma anche della loro resistenza, Sama è il simbolo toccante e universale. (Marianna Cappi, mymovies.it)

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