★ UN RE ALLO SBANDO ha per protagonisti Peter van den Begin, Bruno Georis, Lucie Debay, Titus De Voogdt, Pieter van der Houwen, Goran Radaković, Nina Nikolina, Valentin Ganev. Vincitore del KNF Award all’IFFR – International Film Festival di Rotterdam, assegnato dai giornalisti cinematografici olandesi: “Un film immensamente simpatico, ambientato in un mondo parallelo che ricorda molto da vicino il nostro. Attraverso il suo umorismo e l’affascinante personaggio principale, tocca temi che sono urgenti e significativi nel mondo di oggi.” ★ In concorso alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Orizzonti 2016
★ Belgio – Olanda – Bulgaria 2016, durata 94 minuti.
Trama “Un re allo sbando”:
Il Re Nicola III è una persona sola, che ha la netta sensazione di vivere una vita non sua. Insieme ad un regista inglese, Duncan Lloyd, incaricato dal Palazzo di ravvivare l’ingrigita immagine della monarchia, parte per una visita di Stato a Istanbul. Proprio mentre si trova in Turchia arriva la notizia che la Vallonia, la metà meridionale del Belgio, si è dichiarata indipendente. Il Re non si perde d’animo e decide di tornare di tornare rapidamente in patria per salvare il suo regno. Proprio mentre si sta organizzando il rientro, si scatena una tempesta solare che mette fuori uso le comunicazioni e il traffico aereo. I telefoni non funzionano più, gli aerei restano a terra. A peggiorare le cose, la sicurezza turca respinge seccamente la proposta del Re di tornare via terra. Ma il Re non demorde e inizia un viaggio avventuroso attraverso l’est Europa.
Rassegna stampa:
“(…) esilarante finto documentario scoperto a Venezia (più commedia ‘on the road’ che mockumentary) (…) è inutile attribuire significati precisi a questo film inclassificabile che non smette di sfruttare il gioco di specchi offerto dal malizioso documentario del (finto) regista inglese. Diretto da Peter Brosens e Jessica Woodworth, due autentici giramondo esperti in spaesamento geografico e concettuale (…) ‘Un re allo sbando’ è un’opera apertissima che sarebbe piaciuta a Eco, un film a maglie larghe costruito davvero strada facendo e destinato ad accogliere proiezioni e fantasmi di ogni tipo. Purché lo si guardi con l’occhio incantato del viaggiatore disposto a farsi stupire anche senza sapere nulla dei kukeri, inquietanti yeti del folklore bulgaro, o del folle monolito comunista di Buzludzha, oggi in rovina, che si staglia in cima a una montagna bulgara, filmato di straforo dai due globetrotter. L’Europa è ancora un sogno, o forse un’allucinazione. Ma vale la visita.” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 9 febbraio 2017)
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