Capolavoro assoluto, “Io la conoscevo bene” è un film del 1965 diretto da un regista quasi dimenticato come Antonio Pietrangeli, uno dei più grandi autori del cinema italiano del dopoguerra. Pellicola ricordata più che altro per l’abbagliante fisicità della diciottenne Stefania Sandrelli, bellissima ma anche bravissima a calarsi fino all’immedesimazione in Adriana, indimenticabile ed esemplare eroina senz’arte né parte degli anni del Boom.
Ingenua, semplice ma generosa ragazza di campagna con un cuore grande così. Tenera e ottimista alla scoperta della città dei sogni, del cinema e della bella vita – una Roma ancora bellissima prima di essere saccheggiata dalla speculazione edilizia – una che si nutre di canzonette e fotoromanzi e che non ha paura né della vita né del futuro ed è pronta sempre a darsi.
Ed è attraverso gli occhi di Adriana che Pietrangeli costruisce un ritratto impietoso dell’Italia spaesata. Non più contadina e appena inurbata, che ha già dimenticato la guerra, che comincia a “consumare” e a ubriacarsi con l’ebbrezza che dà una parola fino ad allora sconosciuta come “tempo libero”. E sulle tracce sempre più fragili e precarie della meravigliosa Adriana, Pietrangeli inanella una galleria di nuovi e vecchi italiani, di furbi e opportunisti, cinici e ipocriti, di cialtroni e vigliacchi, servili e perdenti. Un’Italia che fa ribrezzo e fa pena, che toglie forza e fiato. Quarant’anni fa…