Costanza Quatriglio, documentarista e regista di grande talento, che l’anno scorso ha presentato a Venezia il bel documentario Terramatta alle Giornate degli Autori (poi vincitore del Nastro d’Argento per il miglior documentario 2013), è una di quelle autrici che sono sempre rimaste fedeli a se stesse, nella scelta dei temi, delle storie, e nella ricerca di senso da dare ad immagini e parole. Lo conferma anche il suo ultimo lavoro, Con il fiato sospeso, presentato fuori concorso a Venezia 70, un’opera breve (35’) ed intensa, basata su un fatto di cronaca, la chiusura per insalubrità di alcuni laboratori della Facoltà di Farmacia dell’Università di Catania, e sulle storie delle tante persone coinvolte.
“Ho preso spunto da questa notizia – afferma la regista – per creare il personaggio di Stella, una studentessa che vive un’esperienza di intossicazione e disillusione, perché la passione, la meraviglia, l’intelligenza, il talento e la fiducia di quei ragazzi viene come tradito. Il film pone una riflessione su questa storia, non vuole emettere una sentenza, perché non spetta al cinema farlo: se si dovesse accertare che c’è stata insalubrità, la giustizia farà il suo corso”.
La protagonista, Stella, inizia a capire che qualcosa non va nei laboratori di chimica della Facoltà di Farmacia quando, inserita in un gruppo di ricerca per elaborare la tesi, nota che diversi colleghi si sentono male e che i professori tendono a minimizzare la cosa. Nel ruolo di Stella una coinvolgente Alba Rohrwacher, alla quale la regista ha illustrato il progetto, e che si è lasciata guidare nel costruire un personaggio di finzione che ne racchiudesse tanti altri, tutte le vittime dell’insalubrità, e dei loro sogni giovanili.
“Avevo pudore a recitare il monologo centrale del film – racconta Alba Rohrwacher – e ne sentivo la responsabilità, ma poi lavorando sul testo e nei laboratori di ricerca veri, con studenti e professori che ci hanno accolte ed ospitate, l’urgenza di farlo è diventata anche mia, e quando abbiamo registrato l’intervista mi sono accorta che era qualcosa che mi apparteneva, non era il cinema che si appropriava di qualcosa di intimo ma accadeva una cosa intima e qualcuno la ‘spiava’ “.
Interessanti i personaggi di ‘contorno’, Anna, l’amica punk di Stella che ha lasciato gli studi per suonare in un gruppo indie rifiutando le logiche universitarie (un omaggio della regista alla vitale scena musicale di Catania), ed il giovane dottorando, con cui Stella farà amicizia. Per questa occasione specifica, ai fini della storia che voleva raccontare, la Quatriglio si misura con un genere misto, non più documentario tout court ma un prodotto con una vera sceneggiatura e degli attori da dirigere: “Il cinema sta andando sempre più a scardinare definizioni schematiche: negli anni è stato realizzato tantissimo cinema documentario all’ombra del mainstream, con temi forti, ed oggi la Mostra di Venezia dà visibilità a questo cinema, sperando non ci vogliano troppi anni a vederlo distribuire nelle sale”.
Elisabetta Colla, www.taxidrivers.it
Emanuele Patanè è morto nel 2003, a 29 anni, per un tumore ai polmoni. Era dottorando alla facoltà di Farmacia dell’Università di Catania; facoltà i cui laboratori sono stati messi sotto sigillo nel 2008 per sospetto inquinamento ambientale. Emanuele è il protagonista di Con il fiato sospeso; la sua voce narrante ripercorre i mesi da studente, la fiducia nei docenti nonostante le esalazioni a rischio compromettessero la respirazione. La voce gliela presta Michele Riondino, che legge il suo dettagliato diario: perché? Con il fiato sospeso è un documentario per interposta persona, in cui la vita degli uomini e delle donne coinvolte, in molti casi spezzata dalle malattie contratte in laboratorio, è momentaneamente messa in scena da attori. Tutto è accaduto realmente, il processo per l’accusa di discarica non autorizzata (mercurio, arsenico, zinco e altre sostanze contaminanti in percentuali fuori norma) è ancora in corso. Alba Rohrwacher è, per 35 minuti, il volto di una ricercatrice come tante, con l’entusiasmo di una carriera davanti, le amicizie di una nuova città, le serate ancora da vivere e cantare a pieni polmoni. L’opera di Costanza Quatriglio è una felice anomalia, mediometraggio che, dopo il passaggio a Venezia 2013, giunge in sala tramite distribuzione “on demand” e piazza un altro importante tassello nell’esplorazione, da parte di un pubblico che si spera sia in crescita, del ricco e vitalissimo cinema italiano del reale.
Ilaria Feole, FilmTV
La storia:
«Con la presente descrivo un caso dannoso e ignobile di smaltimento di rifiuti tossici e l’utilizzo di sostanze e reattivi chimici potenzialmente tossici e nocivi in un edificio non idoneo a tale scopo e sprovvisto dei minimi requisiti di sicurezza». Sono le parole scritte tra il 21 e il 27 ottobre 2003 da Emanuele Patanè, dottorando dell’ateneo di Catania, morto di cancro al polmone poche settimane dopo aver redatto un memoriale denso di accuse su quanto accadeva nei laboratori del dipartimento di Scienze Farmaceutiche. Grazie alla sua testimonianza postuma e a un esposto anonimo presentato alla procura etnea, nel novembre 2008 gli inquirenti decidono di mettere i sigilli ai laboratori della facoltà. All’interno dello stabile si trovano quattro dipartimenti, ma ad interessare gli inquirenti in particolar modo è proprio quello frequentato dal giovane Patanè che nel suo diario racconta di smaltimento di liquidi pericolosi senza alcuna misura di sicurezza, cappe di aspirazione mal funzionanti, odori tossici. E stila un elenco di colleghi, personale amministrativo e docenti vittime di tumori, ictus e, in un caso, di un aborto spontaneo al sesto mese.
Tra il 2009 e il 2011 si susseguono le indagini per accertare fatti e responsabilità e viene compiuto l’incidente probatorio ad anni di distanza dal momento della denuncia dal giovane dottorando. Undici mesi dopo il sequestro, l’intero edificio viene riconsegnato all’università. Il processo per disastro e discarica non autorizzata nel periodo che va dal 2004 al 2007 parte con il rinvio a giudizio di direttore amministrativo, dirigente dell’ufficio tecnico e responsabile del servizio prevenzione e protezione dai rischi dell’ateneo, dell’ex preside della facoltà di Farmacia e del direttore del dipartimento di Scienze farmaceutiche, oltre ai tre membri della commissione sicurezza creata proprio per vigilare sulla struttura.
Si scopre che le prime segnalazioni ufficiali su malesseri e strani odori risalgono ai primi mesi del 2000. Lettere, note, verbali ufficiali nei quali si leggono descrizioni di «vapori maleodoranti» che rendono «l’aria irrespirabile». I dipendenti, nel corso delle udienze, descrivono i corridoi del seminterrato avvolti da una strana nebbia, mentre i gradini in marmo della struttura si presentano corrosi. Quello preso in esame nelle aule giudiziarie è un periodo confuso per la Facoltà di Farmacia: dal personale giungono continue richieste di trasferimento, la ditta di pulizie si rifiuta per alcuni giorni di entrare nei locali, un tecnico di laboratorio è costretto ad un ricovero urgente, alcuni giovani studenti si ammalano per poi morire, una dipendente si accascia sulla scrivania vittima di un ictus che non le lascerà scampo. Intanto le aule e i laboratori vengono chiusi a più riprese, anche per intere settimane, e gli allievi rimangono pressoché all’oscuro di quanto accade attorno a loro. Dopo alcune analisi rivelatesi infruttuose, i vertici del dipartimento convocano nel 2005 un’azienda esperta nella bonifica di siti industriali. Ma il piano di messa in sicurezza concordato viene ridimensionato e l’università esclude i carotaggi all’interno dei laboratori, una misura che avrebbe consentito di agire con maggiore precisione. In compenso, nel 2006, viene completamente rifatto l’impianto fognario, un’operazione che non viene comunicata ai tecnici al lavoro per stabilire la presenza di contaminazione e che muta in maniera irreparabile quello che dopo pochi anni diventerà ufficialmente il luogo di un presunto illecito.
Una decina di morti, circa 20 i malati, 38 i casi di patologie gravi. Sono queste le stime di uno dei legali delle parti civili per il secondo processo sul “laboratorio dei veleni”, quello per omicidio colposo plurimo. Tra le presunte vittime, studenti giovanissimi e lavoratori che non avevano mai manifestato alcun segno che potesse allarmarli sul proprio stato di salute. Intanto si attende la conclusione del processo in corso per disastro e gestione di discarica non autorizzata, giunto ormai alle battute finali. Un processo difficile, sia per la difficoltà nell’accertare lo stato del sottosuolo in assenza di rilievi effettuati nel periodo preso in esame, sia per l’atteggiamento di alcuni dei testimoni. Come ha messo più volte in rilievo il pubblico ministero, da un lato i docenti in pensione e parte del personale tecnico/amministrativo parlano sotto giuramento di una situazione drammatica, dall’altro i professori ancora in servizio minimizzano quanto riportato nei documenti messi agli atti.
Il trailer:
Costanza Quatriglio (Palermo, 1973) è autrice del pluripremiato L’ISOLA, presentato al Festival di Cannes alla Quinzaine des Réalisateurs nel 2003.
Tra i suoi film documentari, premiati in diversi fere e libertà, presentato al Festival Internazionale del Film di Roma nel 2010 e Terramatta, Evento Speciale alle Giornate degli Autori durante la Mostra del Cinema di Venezia 2012, segnalato come Film della Critica 2012 e Nastro d’Argento per il miglior documentario 2013stival in Italia e all’estero ricordiamo Racconti per l’isola, presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2003, ècosaimale?, vincitore del premio della giuria al Festival di Torino nel 2000, L’insonnia di Devi, andato in onda su TELE+, Raìz, miniserie trasmessa da Rai Tre nel 2004, Il Mondo Addosso, co-prodotto da Rai Tre, presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2006, Il mio cuore umano, anch’esso coprodotto da Rai Tre, Evento Speciale al Festival Internazionale di Locarno nel 2009, Breve film d’amo.
2012 documentario Terramatta (75’)
2010 spot Solo per parlare – campagna Navigare Sicuri (1’30”)
2010 cortometraggio Breve film d’amore e libertà (14’)
2009 documentario Il mio cuore umano (52’)
2008 cortometraggio per film collettivo All Human Rights for all Art.11 (4’)
2007 spot Affidarsi - campagna Affido Familiare (4’)
2007 documentario Migranti in cammino (35’)
2006 documentario Il mondo addosso (90’)
2005 documentario Metro ore 13 (5’)
2004 documentario Comandare una storia zen (12’)
2004 documentario Raìz parte I, II, III (50’ x 3)
2003 documentario Racconti per l’isola - appunti di lavoro per un film (25’)
2003 film lungometraggio L’isola (103’)
2002 documentario La borsa di Helene (23’)
2001 documentario L’insonnia di Devi - viaggio attraverso le adozioni internazionali (68’)
2000 documentario Il bambino Gioacchino (25’)
2000 documentario Ècosaimale? (60’)
2000 cortometraggio Una sera (9’)
1999 cortometraggio Il giorno che ho ucciso il mio amico soldato (16’)
1998 cortometraggio Anna! (9’)
1997 cortometraggio L’albero (6’)